Ci siamo interrogati su cosa sia per noi la “pratica”.
Ci siamo chiesti quale sia lo stato d’animo che ha iniziato, naturalmente, ad emergere in noi da quando la pratica è entrata nelle nostre rispettive vite.
Benché siano state tante le considerazioni e le risposte che la nostra mente ci abbia suggerito, alla fine, la risposta è affiorata spontaneamente ed è - più che una risposta - una consapevolezza: praticare è tornare a Casa.
Non abbiamo dovuto giustificare, dimostrare o sezionare fra noi questa consapevolezza, poiché ci è semplicemente apparsa, senza chiedere il permesso.
Kūrma è la sua stessa casa, ha in corpo la sua casa, se la porta dietro ovunque vada: sott’acqua, sulla terra ferma o sotto terra. Va dove deve andare con equanimità, sia che ci sia il sereno o in mezzo alla tempesta.
È solida e stabile e sa quando è più saggio ritrarsi in “casa” per proteggersi o ricaricarsi.
Sa farsi da “casa” ed è come se racchiudesse l’intero cosmo tra il suo guscio a cupola ed il ventre piatto.
Se parlasse direbbe: “la Casa sono io, la Casa è dentro di me”.
Casa è quel luogo non luogo, privo di una dimensione spazio temporale, silenzioso, in cui riconnettersi con la propria natura incontaminata e con il suono armonico dell’universo.
Un luogo in cui la voce del nostro intuito si sente chiara e forte. È quel luogo in cui tutto è nel fluire e semplicemente sta dove deve stare.
Certo non una scorciatoia, ma una Via che richiede ascolto, un’ottima vista, un’affilata sensibilità e percezione, di rimanere concentrati e che necessita dei giusti tempi di percorrenza.
Praticare è decisamente un mezzo per tornare a “Casa”, per ritrovare se stessi, per ri-centrarsi dopo una intensa giornata di lavoro, di studio o semplicemente per sperimentare un nuovo punto di vista sul mondo dentro e fuori di noi.
Se sei curioso di intraprendere un bellissimo viaggio alla scoperta di te stesso, vieni a trovarci, diventa parte di Kūrma e inizia la pratica con noi!